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Sanremo 2024, anche l’AI è in gara?

Intelligenza Artificiale Entertainment & Hospitality Telco & Media
Blue stage adorned with pink flower for the Italian Music festival of Sanremo, AI generated image in the style of photorealistic rendering

Eccoci qua, di nuovo, un anno sembra essere improvvisamente passato in fretta quando ci avviciniamo a uno degli appuntamenti più attesi dagli italiani: Sanremo. Ogni edizione porta con sé curiosità, coinvolgimento e frasi come "eh, ma era meglio l'anno scorso" o vecchi ricordi sulle edizioni passate targate, per i meno giovani, Pippo Baudo, Raffaella Carrà e così via. Ma proprio come ogni evento annuale, ci si ritrova anche a fare dei bilanci di ciò che è stato e a cercare di capire quante cose siano cambiate rispetto a dodici mesi fa. Per esempio, oggi possiamo affermare con certezza che il 2023 è stato l'anno dell'Intelligenza Artificiale (AI) e dunque la domanda sorge spontanea: quanta Intelligenza Artificiale c'è nella musica? La troveremo anche sul palco dell'Ariston?

Intelligenza Artificiale, ospite d'onore

Sappiamo già che questa non sarà esattamente l'edizione degli ospiti internazionali, ma se vi dicessimo che c'è un nuovo elemento che farà vibrare le corde musicali, e no, non è una band inglese, ma l'Intelligenza Artificiale? In un momento storico in cui la tecnologia avanza a ritmi elevati, l'IA sta cambiando radicalmente anche il volto della musica, una tecnologia non più relegata alle aziende tech ma pronta a prendersi le scene anche nell’industria musicale. Basti pensare all'Intelligenza Artificiale generativa, che ha già coinvolto artisti come FlowGPT che utilizza algoritmi avanzati per generare melodie capaci di catturare l'orecchio e sfidare le convenzioni musicali, entrando ben presto nelle hit parade. Certo, alcuni potrebbero storcere il naso all'idea di una macchina che scrive canzoni, ma l'AI non è solo un compilatore di note casuali, può catturare emozioni e stili musicali in modi che nessun essere umano potrebbe immaginare o addirittura distinguere. Ovviamente questa tipologia di creazione apre a dei rischi. In molti, infatti, hanno posto l'attenzione su un importante tema: il copyright. È bene ricordare che l'AI non è un autore, ma genera contenuti non protetti da copyright, e il problema sta proprio nel fatto che questi sono realizzati attraverso reti neurali addestrate con brani musicali già esistenti e dunque protetti a loro volta dal diritto d'autore. Questo eventuale rischio ha portato a un manifesto, firmato dagli artisti e dalle case discografiche, la Human Artistry Campaign che mira a proteggere tramite copyright solo i contenuti creati dagli esseri umani e che i governi non implementino leggi per estendere la tutela anche a brani o opere generate dall'AI. Questa scelta, anche se può sembrare bizzarra, ha una sua logica, ovvero quella di evitare il lancio di artisti virtuali. Infatti, se i brani generati con l'Intelligenza Artificiale fossero coperti da copyright, qualche produttore potrebbe investirci e lucrare sul lancio di artisti che non esistono.

L'AI dietro le quinte, dalla regia ai suggerimenti musicali

Quando si parla di AI e musica, non bisogna limitarsi alla creazione di contenuti, infatti, non è solo sul palco che l'AI sta facendo il suo ingresso, ma anche dietro le quinte. Ad esempio, molti produttori musicali la stanno già abbracciando per semplificare e accelerare processi come il mixaggio e il mastering o per correggere l'intonazione vocale e bilanciare i livelli audio. Tutto questo lavoro grazie all'utilizzo della tecnologia diventa veloce, ma anche accessibile. Persino una delle più grandi band della storia della musica come i Beatles ha recentemente reso omaggio all'AI, creando una nuova canzone isolando la voce di John Lennon da una demo del 1978. Ma non solo, infatti, l'AI è in grado di supportare le piattaforme di streaming come Spotify e Apple Music per conoscerci meglio di quanto conosciamo noi stessi. Grazie a sofisticati algoritmi, ci suggeriscono o addirittura creano playlist personalizzate, scoprendo “chicche” musicali che altrimenti avremmo rischiato di non ascoltare mai, un po' come se fosse un DJ virtuale che cerca di capire se oggi abbiamo voglia di rock, metal o di un... lento.

Sospesi tra innovazione e tradizione

Se alla fine di queste considerazioni ci si chiede se l'Intelligenza Artificiale rischi di rubare l'anima della musica, possiamo benissimo dire che non lo farà, anzi, questa collaborazione se usata nel modo opportuno può portare a nuove inesplorate frontiere, diventando il nostro assistente musicale personale che ci aiuta nella ricerca di nuovi suoni, artisti, brani e stili. Quindi, mentre gli artisti salgono sul palco di Sanremo, teniamo un occhio (e un orecchio) aperto per quei tocchi di AI che potrebbero rendere questa edizione la più tecnologica di sempre. La musica sta evolvendo, e l'Intelligenza Artificiale sta alzando il volume.

l'AI sta cambiando anche il mondo della canzone ed è sempre più pronta a prendersi la scena dell’industria musicale

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