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Perché prendere decisioni è complicato?

Processo decisionale Fattori di rischio Business
A young male startupper wearing a white t-shirt and a pink jacket look doubtful in front of a desk filled with notes, documents and a monitor. In the background, a blue wall is filled with sticky notes

Prendere decisioni è un processo complesso. A volte anche decisioni semplicissime come ordinare al ristorante o scegliere l’outfit per una serata può metterci in seria difficoltà. Questa complessità si amplifica nel contesto aziendale, dove le decisioni possono avere impatti significativi sul successo e sulla sostenibilità. Giusto per dare una dimensione alla questione, secondo lo studio di Oracle e Seth Stephens “The Decision Dilemma”, l’85% dei leader aziendali ha sofferto di stress decisionale, e spesso mette in dubbio la validità di una decisione presa nell’ultimo anno.
Ogni decisione, sia essa minima o di vasta portata, porta infatti con sé il peso delle conseguenze e la responsabilità delle scelte. Ma quali sono i fattori che più condizionano il nostro processo decisionale?

Il sovraccarico di informazioni

Vi è mai capitato di sentire il fiato corto davanti ai 3,5 milioni di risultati di Google in risposta ad una semplice domanda? Si parla di “information Overload” dal 1996, quando Reuter rilasciò lo studio “dyng for information”. Sono passati quasi 30 anni, eppure è un tema sempre più attuale. Come riporta il più recente studio “Decision Dilemma” il 72% dei delle persone reputa che l’enorme quantità di fonti e dati disponibili e la relativa poca fiducia in essi porta a desistere dal prendere qualsiasi decisione. Troppa informazione può infatti portare ad un sopravvento dell’emotività sulla razionalità (il cervello che inizia a lavorare in una “modalità panico”), e al fenomeno dell'analysis paralysis, dove l'eccesso di dati impedisce di prendere una decisione.

La complessità delle opzioni

Nel mondo moderno, la varietà di scelte possibili può essere schiacciante. Dal menù di un ristorante alla scelta di una carriera, la complessità delle opzioni può renderci incapaci di prendere una decisione. La teoria della scelta razionale ci insegna che più opzioni abbiamo, più difficile sarà fare una scelta ottimale. Questo fenomeno, noto come "paradosso della scelta", può portare a insoddisfazione, rimpianti e alla sensazione che, non importa ciò che si sceglie, si sarebbe potuto fare di meglio.

Le emozioni

Chi non si è mai lasciato guidare dall'impulso in un momento di grande gioia o profonda tristezza? Le emozioni svolgono un ruolo cruciale nel nostro processo decisionale, influenzandolo in modi che spesso non riconosciamo consciamente. Se da un lato possono guidarci verso ciò che realmente desideriamo, dall'altro possono distorcere la nostra percezione della realtà, portandoci a sottovalutare i rischi o a sovrastimare i benefici. La sfida è riconoscere l'impatto delle nostre emozioni sulle decisioni che prendiamo, per non finire intrappolati in scelte di cui potremmo pentirci.

I bias cognitivi

Avete mai sentito parlare dell'effetto ancoraggio o del bias della conferma? Questi sono solo due esempi dei numerosi bias cognitivi che influenzano il nostro processo decisionale, spesso senza che ne siamo consapevoli. Questi meccanismi mentali automatici possono portarci a fare scelte irrazionali, basate più su percezioni distorte che su una valutazione oggettiva delle opzioni. Identificare e comprendere i nostri bias è fondamentale per migliorare la qualità delle nostre decisioni e per evitare di cadere in trappole cognitive.

Il conflitto decisionale

Scegliere tra passare del tempo con la famiglia o dedicarsi al lavoro può diventare un dilemma straziante. Il conflitto nasce quando due o più valori, desideri, aspettative o obblighi si scontrano, lasciandoci in uno stato di paralisi decisionale. Gli psicologi parlano di conflitto decisionale fin dagli anni '50, evidenziando come questo possa rallentare il processo decisionale, aumentare il dispendio di energia psicologica e, in alcuni casi, portare a rimpianti post-decisionali. Il conflitto ci costringe a confrontarci con il costo dell'opportunità di ogni scelta, spesso rendendo doloroso il processo decisionale.

L'incertezza

Avete mai affrontato una scelta senza sapere quale direzione prendere, come se steste cercando di navigare in una nebbia fitta? L'incertezza nel processo decisionale è proprio questo: la difficoltà di prevedere le conseguenze delle nostre scelte. Questo fenomeno, ampiamente studiato fin dagli anni '70, si manifesta quando ci troviamo di fronte a decisioni importanti senza disporre di tutte le informazioni necessarie per effettuare una scelta informata. L'incertezza può portarci a procrastinare, nella speranza che emergano dati più chiari, o a prendere decisioni affrettate basate su intuizioni momentanee, sperando di evitare il peggio. Il dilemma sta nel gestire questa incertezza senza lasciarci sopraffare dall'ansia che essa genera, trovando un equilibrio tra l'attesa di informazioni più precise e il rischio di perdere opportunità preziose.

La complessità del processo decisionale è influenzata da molteplici fattori che interagiscono tra loro complicando le nostre scelte quotidiane, sia in ambito personale, sia professionale. Per affrontare efficacemente queste sfide, è fondamentale sviluppare una maggiore consapevolezza di sé e delle proprie tendenze decisionali, imparare a gestire le informazioni in modo critico e adattarsi a contesti incerti con flessibilità. La chiave per migliorare il nostro processo decisionale sta nell'equilibrio tra razionalità ed emotività, nell'identificazione e nel superamento dei bias cognitivi, e nella capacità di affrontare i conflitti decisionali con pragmatismo. In sintesi, affinare queste competenze ci permette di prendere decisioni più informate e consapevoli, ottimizzando i risultati personali e professionali.

Il "paradosso della scelta" suggerisce che più opzioni rendono più difficile prendere una decisione ottimale, portando a insoddisfazione e rimpianti.

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